Presentata alla stampa questa mattina, nei locali del main sponsor “Lievito”, la nona edizione della rassegna musicale Reggio In Jazz promossa dall’associazione Naima, che per quest’anno vedrà la realizzazione di un unico, attesissimo live: il concerto del formidabile duo composto da Uri Caine e Paolo Fresu.
In apertura, il presidente dell’associazione Naima Peppe Tuffo ha evidenziato una situazione molto difficile, che riguarda per la verità molte altre iniziative musicali e più in genere collegate al Pianeta Cultura: «Quest’anno, per molteplici ragioni faremo solamente un evento, rispetto alla classica “tre giorni” che organizzavamo dal 2009. La nostra associazione dal punto di vista economico non è sicuramente ricca: siamo un gruppo di amici accomunati dalla passione del jazz, ognuno dei quali vive del proprio lavoro. Non siamo degli impresari. Purtroppo, l’indisponibilità di spazi “intermedi” come il Teatro Siracusa, che per anni ha ospitato i nostri concerti, ha di fatto dirottato Reggio In Jazz al Teatro Cilea, che però ha costi davvero rilevanti: per il teatro in sé, ma anche per servizi di palco, assicurazioni, Vigili del fuoco, hostess…»
«Il mio – ha proseguito Tuffo – vuol essere un appello alle istituzioni che, per quanto riguarda la Cultura, in questa città sono un po’ assenti: non è la prima volta né siamo solo noi a dirlo, tante associazioni già prima di Naima si sono espresse nella medesima direzione. Un appello che però è connotato anche da parecchia rassegnazione, dopo tanti tentativi rimasti privi di riscontri apprezzabili. Ciononostante, ci siamo e continuiamo a mettercela tutta; ma senza un convinto supporto da parte di Enti territoriali e istituzioni, lo svolgimento di Reggio In Jazz nel 2018 resta un punto interrogativo».
Come posto in rilievo da Ignazio Ferro, l’appuntamento 2017 di Reggio In Jazz rimane un momento particolarmente atteso: «tante le telefonate di sollecito quando avevamo ipotizzato che per l’anno in corso la nostra rassegna di jazz non si sarebbe potuta svolgere. E tuttavia, grazie anche alla direzione artistica sempre oculata, malgrado le difficoltà abbiamo confermato, anzi incrementato il livello qualitativo nella scelta dei protagonisti». Misterioso il contesto scenografico: «Ogni anno, io dico che “non c’è” la scena. Ma quest’anno, veramente non c’è: c’è un’idea rivoluzionaria!, basta questo. E io spero di poterla fare, e di farla insieme», ha laconicamente chiosato lo scenografo Aldo Zucco. Di rimando, Gianni Brandolino: «Reggio In Jazz non si arrende: questa nona edizione non sarà come la “Nona” di Beethoven, insomma l’ultimo pezzo, giusto per rimanere in àmbito musicale… L’immagine ci rimanda a una nave, che poi in realtà è un pianoforte dove un tasto si stacca da questo mondo per “viaggiare” nei suoni… La grafica è curata da Riccardo Pellicanò. Resta fermo il nostro logo, raffigurante un polistrumentista e che fa dunque riferimento ai cinque campi della polifonia».
Spazio, in chiusura, per l’inquadramento artistico-musicale dell’affiatatissima coppia Fresu-Caine e del più recente lavoro Two Minuettos, che costituirà anche l’ossatura del live del primo dicembre al “Cilea”.